Nasce in Greve in Chianti (Fi) nel 1923 e muore a Firenze nel 2002.
Dopo la guida di Domenico Giuliotti, all’Istituto d’Arte di Firenze incontrò Ottone Rosai, divenendone allievo. Frequentò le Giubbe Rosse e fu amico dei maggiori esponenti della cultura, Eugenio Montale, Mario Luzi, Elio Vittorini, Vasco Pratolini, Alessandro Parronchi e Piero Bigongiari.
Importante l'attività espositiva di Nino Tirinnanzi iniziata a quattordici anni. La sua pittura, la sua arte contemporanea e moderna, tiene conto dell’insegnamento di Rosai, e induce a riflettere sulla condizione umana. La pacatezza delle composizioni, la delicatezza del disegno, quasi graffiato, la sensibilità del colore inondato di una luce poetica, descrivono la realtà seguendo i moti dell’anima.
Eugenio Montale ebbe a dire di Nino Tirinnanzi: “E’ piuttosto raro che un pittore d’oggi faccia riflettere sulla condizione umana; e che lo faccia senza sollecitare deduzioni sedicenti sociali o sociologiche. Il pensiero di Tirinnanzi è tutto nel suo disegno e nei suoi colori”.
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