Tino Stefanoni, nato a Lecco nel 1937, ha studiato al Liceo Artistico Beato Angelico e alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Da più di trentacinque anni è presente nel mondo internazionale dell’arte.
Il lavoro di Tino Stefanoni, pur non appartenendo in senso stretto a quello dell’arte concettuale, di fatto si è sempre sviluppato nella stessa area di ricerca. Ha sempre guardato al mondo delle cose e degli oggetti del quotidiano, proponendoli nella loro più disarmante ovvietà, come tavole di un abbecedario visivo o pagine di un libretto d’istruzioni dove le immagini sostituiscono le parole. A differenza del mondo animale e del mondo vegetale, il mondo delle cose resta l’unico segno tangibile dell’esistenza dell’uomo e l’unico spazio dove si possono creare l’arte e la bellezza, che non sono l’arte e la bellezza della natura. E’ evidente, nella ricerca, l’interesse a voler presentare le cose più che a volerle rappresentare e, al tempo stesso, a rivestirle di sottile ironia e magia tratte da un’operazione asettica come in un sogno lucido, per intenderci, che può far convivere elementarità e mistero, due elementi che per loro natura non sono affatto prossimi ma vicini per contrappunto. Anche nei dipinti di oggi, dove i canoni della pittura classica (nel senso stretto del termine) sono volutamente esasperati a favore di una didattica del pittorico (luce chiaroscuro disegno colore), si rivela sempre il mondo delle cose che, pur restando il momento risolvente del suo lavoro, si carica naturalmente di significati metafisici. L’incantato disincanto – La pittura come oggetto – Lo stato dei fatti – L’ironia oggettiva – L’illusione svelata – Amori platonici – sono alcuni significativi titoli di testi scritti sulla sua opera.
Il finto incantamento, dunque, della sua pittura apparentemente classica, traveste il momento lirico-concettuale del suo lavoro tutto rigorosamente razionale e, per assurdo, ”sentimentalmente razionale”, al punto da voler sottolineare che la pittura è null’altro che un oggetto per la mente come la sedia, il tavolo o il letto sono oggetti per il corpo. Muore a Lecco, nel Dicembre 2017.
Vannucchi Arte
La tua galleria
Vannucchi
Salve, in genere rispondiamo entro un giorno