Gualtiero Nativi è nato nel 1921 a Pistoia.
Ha partecipato ai movimenti d'avanguardia del dopoguerra: ha fatto parte del gruppo raccoltosi intorno a "Torrente" (1945). È stato fra i fondatori del gruppo "Arte d'Oggi" (1947) e firmatario del Manifesto dell'Astrattismo Classico (1950). Davvero singolare e anche un po’ sfortunata la storia di questo gruppo che ha goduto di un breve momento di notorietà nell’immediato dopoguerra, dal ’47 al ’49, per poi piombare, nell’incomprensione generale, in una sostanziale oscurità nel periodo immediatamente successivo. Composto da cinque artisti – Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti - il gruppo dell’astrattismo classico fin dagli inizi si lega a doppio filo a un ben preciso orientamento politico, il marxismo. L’obiettivo che i cinque artisti si pongono è quindi quello di trasporre in chiave artistica l’ideologia marxista, con uno slancio e un entusiasmo che, permeati di un vago utopismo, restano però incomprensibili ai più. Il gruppo abbandonato a se stesso si scioglie di lì a poco, ma non i suoi quadri che vengono suddivisi tra gli eredi dei cinque artisti.
La mostra allestita al Centro Arbur ripropone per la prima volta a Milano trentadue opere del pittore Nativi, alcune delle quali in vendita, elaborate tra il ’47 e il ’50. Ciò che si nota è in effetti una forte tensione che ricorda i quadri dei futuristi, con un largo utilizzo delle forme geometriche, del colore e delle linee che, se risulta apprezzabile oggi, non è difficile immaginare le perplessità sollevate cinquant’anni or sono dal grande pubblico.
I dipinti che più colpiscono sono forse quelli di Gualtiero Nativi, in un certo senso il leader del movimento, in quanto caratterizzati da un’intensa vibrazione e da un utilizzo del colore nelle sue più diverse sfumature cromatiche che portano a risultati di grande interesse. Nel progetto iniziale di Nativi, Berti, Brunetti, Monnini e Nuti l’astrattismo classico avrebbe dovuto rappresentare l’avanguardia artistica di una futura e imminente avanzata del marxismo negli strati popolari di Firenze prima e dell’Italia poi. La storia ha seguito ben altri percorsi, tuttavia l’astrattismo classico fiorentino si è ritagliato un suo spazio nella storia artistica del dopoguerra. Nativi ha fatto parte anche del Gruppo Espace di Parigi. Muore a Siena, nel 1999.
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