Giuseppe Cesetti nasce a Tuscania nel 1902. Qui trascorre l’adolescenza a contatto con quella natura e quei paesaggi che resteranno impressi nelle sue opere future e che lo faranno ricordare come il pittore dei cavalli o il pittore maremmano.
Autodidatta, a 16 anni lascia la famiglia ed inizia a viaggiare in Italia, ma è a Roma che entra in contatto con gli artisti e letterati di quegli anni. Espone per la prima volta a Como, nel 1927, poi a Firenze dove pubblica alcuni disegni con la galleria Solaria. La prima personale, che riscosse molto successo, venne allestita alla Galleria Santa Trinità di Firenze del 1930.
Nel 1931 è a Venezia come assistente alla cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti. Qui è con un gruppo di giovani artisti che dà vita al movimento del Cavallino. Tre sue opere, esposte alla Quadriennale di Roma, destano l’interesse della critica. Nel 1934 partecipa alla Biennale di Venezia con ben cinque opere tra cui Alla staccionata e Nudo di giovinetta. Nel 1935, alla Galleria del Milione di Milano, espone trenta opere tra cui un Autoritratto. Alla Biennale di Venezia del 1936 espone I vaccari.
Dal 1935 al 1937 soggiorna a Parigi, dove partecipa ad un mondo artistico molto vivace e stringe amicizia con molti importanti artisti. Nel 1939 ottiene la cattedra di disegno al Liceo Artistico di Venezia poi, nel 1941, quella di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Due anni dopo chiede di essere trasferito alla corrispondente cattedra dell’Accademia di Belle Arti di Roma. In questo periodo fonda la Galleria del Secolo. Creato, alla fine della II Guerra Mondiale, Deputato Provinciale di Viterbo, si dedica alla rinascita del patrimonio storico della Tuscia danneggiato dall’evento bellico. Nel 1946, su richiesta del Ministero, riprende la cattedra di Venezia. Qui, con l’organizzazione del premio “La Colomba” allestito in due padiglioni della Biennale di Venezia appositamente restaurati, praticamente ridà vita alla prestigiosa iniziativa culturale veneziana. Con l’esposizione “50 anni di pittura in Italia”, organizzato assieme al Comune di Venezia nel 1949, si istituisce il Premio Acquisto.
Un altro soggiorno parigino, dal 1955 al 1958, caratterizzerà una lunga stagione della sua produzione artistica non limitata a quegli anni. Al rientro riprende, per un breve periodo, la cattedra di Venezia ma, nel 1962 è trasferito all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Però, prima di iniziare l’anno accademico, è nominato Addetto Culturale per le Arti Plastiche e Figurative presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi. È questo un periodo di densa attività creativa per l’artista che però riesce ad applicarsi anche nel suo incarico promuovendo la
conoscenza dell’arte italiana contemporanea all’estero con una serie di mostre. Rientrato in Italia nel 1967, si stabilisce a Roma, continuando a soggiornare frequentemente a Parigi dove aveva un atelier in Rue de Seine.
Frattanto, nel 1961, viene allestita nel Palazzo dei priori di Viterbo una grande mostra antologica su Cesetti con oltre 100 opere.
Dopo il terremoto, che nel 1971 sconvolse la sua città natale, si adoperò per la rinascita del suo centro storico e per rivitalizzare le antiche tradizioni del luogo. In questi anni iniziò a lavorare nello studio di Montebello (località rurale presso Tuscania), immerso in quella campagna dove nacque e che segnò il suo immaginario infantile, quei paesaggi dove pose, per l’ultima volta, il suo sguardo.
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