Bernard Aubertin nasce a Fontenay-aux-Roses nel 1934.
Compiuti gli studi presso la Scuola Statale di Decorazione, da autodidatta si avvicina al cubismo ed al futurismo; fondamentale fu il suo incontro, nel 1957, con Yves Klein. Per comprendere l'arte contemporanea che esprime sono riportate, di seguito, alcune sue dichiarazioni che ben specificano la sua posizione artistica.
"L'artista che inventa non fa essenzialmente altra cosa che fermare lo spazio-tempo al fine di appropriarsene per riconsegnarlo successivamente al pubblico. Le teorie sull'oggettività e le sue conseguenze materiali, vale a dire le opere, appaiono prima o poi impregnate della soggettività dei loro autori. Queste si iscrivono nella modernita' per una ragione: il creatore, nel proprio lavoro, tende fatalmente all'estensione del proprio spazio vitale: esplorazione del mondo, in seno al proprio tempo, e nei secoli futuri. Ecco perche' si puo' parlare, nell'artista, di una tendenza all'espansione delle sue idee e delle sue opere. Da molto tempo l'arte è scesa in strada, secondo l'espressione linguistica della critica, ed ha realizzato un' influenza in tutti i sensi nella società: eppure l'arte contemporanea continua a separare il privato dal pubblico. ... Credo che un tipo di arte pseudo-realista, poichè prosaica, si sia diffusa... Il contenuto di questa arte è l'accusa, la denuncia, la dimostrazione, la pedagogia; la formulazione e' giornalistica. Ed ancora, il prosaicismo invalida il sentimento del reale. La società attuale esige una tale arte moderna e realistica che apprezza ... coloro che la praticano. Se è evidente che l'interpretazione della realtà è insopportabile, è altrettanto certo che dobbiamo lavorare sul concreto, dobbiamo, a mio avviso, conservare l'ideale dell'arte: la sperimentazione, il campo infinito dell'investigazione. Ora, questa arte dicendosi realista ha il maggior difetto di essere privata della possibilita' sperimentale: soprattutto nessuna sperimentazione sembra essere il messaggio trasmesso. Questa constatazione significa che il tempo manca totalmente di contenuto politico. Si da' da leggere, non da guardare, da contemplare. Non si suscita il desiderio della ricerca... Io penso che un'arte della ricerca dove nasce la scoperta faccia progredire l'umanità: in questo senso l'arte è un atto politico antidemagogico.
Avevo 26 anni quando concepii i tableaux-feau... Ho cercato di privilegiare la sensorialità e la spiritualità da cui la nostra società si è allontanata; I tableaux-feau hanno per merito essenziale di non separare il privato dal pubblico, di essere volontariamente concepiti per il pubblico. Preciso: ad un livello superiore di pensiero si elimina l'associazione Tableau-feu = Feu le tableau. Per me l'utilizzo del rosso simbolo dell'energia vitale, mi fornisce il mezzo di sottrarre ... il non senso ormai attribuito al colore. Nella mia opera monocroma rossa tutta la psicologia inerente alla concezione tradizionale del quadro (composizione, contrasto delle superfici colorate, forme) e' rimpiazzata dall'ossessione lirica di un colore unico.
E' il valore di questo colore, la sua importanza che mi interessa di definire precisamente. Ciò significa questo: la tecnica di distruzione della superficie unita al colore rosso, di cui ... il significato è simbolico, permette di tradurre plasticamente la sensazione dinamica. Dipingere in rosso è una necessità assoluta."
Bernard Aubertin è stato uno degli artisti moderni fondatori del gruppo "Zero" di Dusseldorf. Dal 1990 vive e lavora in Germania. Muore il 31 Agosto 2015.
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